La dieta chetogenica è uno specifico protocollo alimentare caratterizzato da una drastica riduzione dei carboidrati giornalieri. Questa riduzione obbliga il corpo a virare verso un metabolismo alternativo: in condizioni normali è il glucosio il carburante utilizzato dalle nostre cellule, quando questo non è disponibile l’ organismo viene forzato ad utilizzare i grassi a scopo energetico. Si tratta di uno shift metabolico che ha bisogno di un tempo di almeno 14 giorni per poter avvenire anche se le tempistiche sono soggettive. Durante le fasi iniziali il corpo potrebbe risentire gli effetti di quella che è nota come keto-flu: stanchezza, emicrania, alitosi, tachicardia, diarrea o stipsi. Una volta avvenuto l’ adattamento metabolico questi sintomi spariscono a favore di una ritrovata energia, lucidità mentale, assenza del senso di fame e del craving da carboidrati, riduzione dell’ infiammazione corporea. Questo regime infatti è utilizzato a scopo terapeutico per numerose patologie: ipertensione, dislipidemia, diabete di tipo 2, lipedema, sovrappeso, obesità, blocco metabolico, apnee notturne, emicrania, epilessia farmaco-resistente.

In realtà parlare di dieta chetogenica è impreciso perché ne esistono diverse varianti in base all’ obbiettivo da perseguire. Tutte si caratterizzano per un basso apporto di carboidrati ed un contenuto normoproteico, il macronutriente che varia a seconda del tipo di dieta chetogenica sono i grassi che saranno bassi nelle diete chetogeniche ipolipidiche a scopo dimagrante (VLCKD: very low calories ketogenic diet).

Molti guardano con diffidenza a questo tipo di dieta associandola al concetto di chetosi patologica, come quella data da diabete di tipo 1, in realtà la chetosi indotta da questo tipo di regime nel soggetto sano non provoca mai un livello nocivo di chetoni nel sangue. Esistono delle condizioni di salute non compatibili con questa dieta quali:

  • il su citato diabete di tipo 1 per il rischio di chetoacidosi;
  • insufficienza renale con creatininemia superiore a 1.5mg/dl si deve ridurre l’apporto normale di proteine;
  • in caso di insufficienza epatica grave;
  • insufficienza cardiaca;
  • gravidanza e allattamento;
  • disturbi psichici gravi.

Queste diete permettono il raggiungimento del peso desiderabile in tempi più brevi rispetto alle diete ipocaloriche tradizionali senza che venga intaccata la massa muscolare perché viene fornito un apporto proteico adeguato e ben studiato per ogni singolo individuo.

Ad obbiettivo raggiunto segue una fase di mantenimento con graduale reintroduzione degli alimenti vietati in chetogenica.

Non sono diete fai da te ed hanno bisogno di una specifica integrazione di minerali e micronutrienti che solo un professionista della salute può valutare.